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Le nostre specializzazioni manutentive
ORDINARIE E STRAORDINARIE
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MANUTENZIONE A DISTANZA GRUPPO ANTINCENDIO
La manutenzione dell’impianto antincendio e delle attrezzature antincendio o presidi antincendio come il gruppo antincendio costituito da motopompa antincendio e/o elettropompa antincendio, il locale antincendio esterno o interrato, la riserva idrica per antincendio, gli idranti antincendio (idranti sottosuolo antincendio o idranti soprasuolo antincendio), l’attacco autopompa o attacco VVF (che costituiscono l’impianto antincendio), le manichette antincendio per idranti antincendio o naspo antincendio, i sistemi di evacuazione fumi e calori (SEFC o più semplicemente evacuatori di fumo e calore), i rivelatori antincendio di fumo e calore, le porte tagliafuoco antincendio e le uscite di sicurezza antincendio, le lampade di emergenza antincendio, tutte le tipologie di estintori antincendio (estintore a polvere, estintore a schiuma, estintore carrellato etc.), le valvole antincendio e gli sprinkler antincendio (che costituiscono l’impianto antincendio), i sistemi filtri fumo per locali, è svolta con periodi di ricorrenza differenti e richiede un manutentore antincendio specializzato e qualificato. In linea generale la manutenzione antincendio delle attrezzature antincendio o presidi antincendio ha periodicità trimestrale, semestrale e annuale a seconda della tipologia di attrezzatura antincendio o presidio antincendio di cui si dispone. La manutenzione degli impianti antincendio è un’operazione o intervento finalizzato a
La manutenzione del gruppo antincendio (manutenzione elettropompa antincendio e/o manutenzione motopompa antincendio) o manutenzione del sistema antincendio prevede principalmente un controllo periodico trimestrale. La manutenzione dell’impianto antincendio viene definita come “combinazione di tutte le azioni tecniche, amministrative e gestionali, durante il ciclo di vita di un’entità, volte a mantenerla o riportarla in uno stato in cui possa eseguire la funzione richiesta”. Le operazioni di manutenzione antincendio si differenziano secondo la composizione del gruppo antincendio presente (elettropompa antincendio o motopompa antincendio) e della tipologia di locale antincendio in cui è installato.
MANUTENZIONE IMPIANTO ANTINCENDIO RETE IDRANTI (MANICHETTE ANTINCENDIO, NASPO ANTINCENDIO, ATTACCO MOTOPOMPA ANTINCENDIO)
La manutenzione e il controllo periodico degli impianti antincendio deve essere eseguita esclusivamente da tecnici manutentori qualificati, in possesso di tutti i requisiti tecnico-professionali richiesti dalla legge. La Manutenzione degli impianti antincendio è obbligatoria per legge e, in caso di non adempimento nei luoghi di lavoro è previsto l’arresto da 3 a 6 mesi o una multa da 2.000 fino a 10.000 euro. Il controllo periodico è obbligatorio almeno ogni 6mesi e deve essere svolto da un tecnico manutentore esperto.
La manutenzione della rete idranti, del proprio impianto antincendio, prevede il controllo periodico antincendio di idranti sottosuolo antincendio, di idranti soprasuolo antincendio, di attacco motopompa antincendio o attacco VVF antincendio con le seguenti attività periodiche di controllo:
MANUTENZIONE SISTEMI DI EVACUAZIONE FUMI E CALORE SEFC
Gli evacuatori di fumo e calore sono dispositivi di protezione attiva antincendio progettati per far defluire il fumo che si accumula all’interno degli ambienti e per consentire alle persone di uscire velocemente dagli edifici in caso di pericolo, limitando i danni. Oggi gli evacuatori di fumo e calore sono componenti essenziali, o addirittura obbligatori, dei moderni sistemi di prevenzione incendi. La manutenzione dei sistemi di evacuazione fumo e calore rientra nel piano per il rinnovo periodico del CPI (Certificato di Prevenzione Incendi) e dell’attestazione di rinnovo periodico di conformità antincendio. Le norme per i presidi e attrezzature antincendio di protezione attiva contro gli incendi e sistemi per controllo di fumo e calore, stabiliscono una periodicità minima di 6 mesi tra un intervento manutentivo e l’altro. Il controllo e la manutenzione degli evacuatori fumo e calore e degli altri componenti di un SEFC rappresenta un obbligo ai sensi del DM 10/03/1998. La norma UNI 9494-3:2014 descrive le procedure per il controllo iniziale, la sorveglianza e il controllo periodico, la manutenzione dei sistemi di evacuazione di fumo e calore SEFC. Manutenzione evacuatori di fumo e calore: cosa prevede?
Un corretto intervento manutentivo è finalizzato al rilevamento di eventuali danni ai dispositivi e si completa con la sostituzione degli elementi danneggiati o con la pulizia e il ripristino delle condizioni ottimali degli evacuatori esistenti e ancora in buono stato.
MANUTENZIONE SISTEMI DI RIVELAZIONE FUMO E CALORE
Il rivelatore di fumo e calore raggruppa in un unico dispositivo la funzionalità di rivelazione di fumo visibile, di innalzamento rapido e superamento della soglia di temperatura. Grazie alla combinazione di tecnologie di rilevamento, ottico di fumo, termovelocimetrico, termico di massima e combinato multisensor ottico-termico etc., i rivelatori antincendio sono progettati per soluzioni sia convenzionali che analogico-indirizzate, si classificano in rivelatori di fumo, di temperatura e di fiamma. La UNI 11224 (sistemi di rivelazione incendi) descrive le procedure per il controllo iniziale e periodico, la sorveglianza, la manutenzione e la verifica generale dei sistemi di rivelazione automatica di incendio.
Manutenzione e controlli dei sistemi di rivelazione fumi: cosa cambia con la UNI 11224:2019?
Una delle modifiche più importante riguarda la periodicità della “verifica generale del sistema” che passa da 10 a 12 anni. Scopo delle attività di manutenzione è la verifica della funzionalità degli impianti e non della loro efficacia.
Come si fa la manutenzione dei rivelatori puntiformi di fumo?
Quando i rivelatori sono di tipo convenzionale, occorre testare il 100% dei dispositivi per ogni visita semestrale. Nel caso di sistema analogico indirizzato, il controllo periodico deve essere effettuato con frequenza variabile, in funzione dell’anzianità dell’impianto, calcolata dalla data della consegna formale. Per esempio dalla consegna formale al sesto anno, nell’arco di 12 mesi, deve essere eseguito un controllo funzionale, esteso a tutte le zone di rivelazione, per almeno il 50% di tutti i dispositivi e azionamenti presenti, con un minimo di due interventi da effettuarsi a distanza non inferiore a 5 mesi. L’anno successivo si deve effettuare il controllo sul 50% restante. Diversamente, dal settimo al dodicesimo anno, nell’arco di 12 mesi, deve essere eseguito un controllo funzionale del 100% di tutti i dispositivi e azionamenti presenti, con un minimo di due interventi da effettuarsi a distanza non inferiore a 5 mesi.
MANUTENZIONE PORTE TAGLIAFUOCO ANTINCENDIO
La normativa delle porte tagliafuoco prevede che a ogni porta venga assegnata una classe di resistenza alle fiamme, di tenuta ai gas, e di isolamento termico (sigla REI 120): il numero che compare nella dicitura esprime il tempo espresso in minuti primi durante il quale la resistenza al fuoco deve essere garantita.
Per la manutenzione delle porte la norma di riferimento è la UNI 11473-3 dal titolo: Porte e finestre apribili resistenti al fuoco e/o per il controllo della dispersione di fumo – Parte 3: Requisiti di conoscenza, abilità e competenza dell’installatore e del manutentore. La UNI 11473-3 è la guida completa alla corretta manutenzione delle porte antincendio e ai controlli previsti dalla stessa normativa. La periodicità della manutenzione delle porte tagliafuoco deve essere almeno semestrale, ma in caso di un maggior utilizzo deve essere previsto con più frequenza.
Manutenzione porte tagliafuoco: come farlo in modo corretto?
l controllo periodico, da effettuarsi 2 volte all’anno da personale specializzato, consiste in una serie di operazioni atte a verificare la completa e corretta funzionalità della porta tagliafuoco, nelle normali condizioni esistenti nell’ambiente in cui è installata.
Per esempio, esiste una verifica chiamata di controllo visivo. Questa operazione consiste in un controllo visivo atto a verificare che le porte tagliafuoco siano nelle normali condizioni operative, siano facilmente accessibili e non presentino danni materiali accertabili tramite esame visivo.
MANUTENZIONE USCITE DI EMERGENZA ANTINCENDIO
L’uscita di emergenza è una uscita che immette dal luogo pericoloso o potenzialmente tale, ad uno sicuro. In questo articolo vogliamo concentrarci sulle uscite di emergenza. Le porte uscita di emergenza secondo la EN 179 vengono destinate ad edifici senza accesso pubblico e i cui occupanti conoscano la funzione delle suddette. I sistemi per porte antipanico conformi alla EN 1125 vengono utilizzati invece in uffici aperti al pubblico i cui visitatori non abbiano familiarità con la funzione delle uscite di emergenza, come scuole, ospedali e centri commerciali. Negli edifici a rischio incendio le vie di uscita devono essere di larghezza sufficiente in relazione al numero degli occupanti tale larghezza va misurata nel punto più stretto del percorso. Qualora le uscite di emergenza siano dotate di porte, queste devono essere apribili nel verso dell’esodo e, qualora siano chiuse, devono essere aperte facilmente ed immediatamente da parte di qualsiasi persona che abbia bisogno di utilizzarle in caso di emergenza. L’apertura delle porte delle uscite di emergenza nel verso dell’esodo non è richiesta quando possa determinare pericoli per passaggio di mezzi o per altre cause, fatta salva l’adozione di altri accorgimenti adeguati specificatamente autorizzati dal Comando provinciale dei vigili del fuoco competente per territorio. Le vie e le uscite di emergenza devono avere altezza minima di m 2,0 e larghezza minima conforme alla normativa vigente in materia antincendio. La larghezza minima di un’uscita deve essere superiore a 0,80 metri con tolleranza del 2%, conteggiata pari a un modulo unitario di passaggio e pertanto sufficiente all’esodo di 50 persone nei luoghi di lavoro a rischio d’incendio medio o basso.
La manutenzione delle uscite di sicurezza è un obbligo di legge?
Per la manutenzione delle uscite di Sicurezza la normativa di riferimento è la UNI 11473, il Decreto Ministeriale (D.M.) 3/11/04 e la nota del ministero dell’interno del 08/05/2008: Prevenzione incendi: indicazioni pratiche per la manutenzione delle porte tagliafuoco e uscite di emergenza. Le norme tecniche, la manutenzione a regola d’arte e le operazioni connesse alla sorveglianza e al controllo. Il controllo periodico, da effettuarsi 2 volte all’anno da personale specializzato, consiste in una serie di operazioni atte a verificare la completa e corretta funzionalità della porta, nelle normali condizioni esistenti nell’ambiente in cui è installata.
MANUTENZIONE LAMPADE DI EMERGENZA ANTINCENDIO
Anche la manutenzione periodica delle lampade d’emergenza antincendio deve essere effettuata ogni 6 mesi. Consiste in una serie di operazioni programmate con lo scopo di mantenere in efficienza l’intero sistema di luci di emergenza. Nella fase di manutenzione, tutte le operazioni effettuate devono far conservare agli apparecchi o al gruppo soccorritore la conformità all’impianto originale.
Nel caso in cui nell’esercizio dell’impianto si evidenzino rotture e/o danneggiamenti, occorre ripristinare le condizioni iniziali. La norma CEI UNI 11222 art. 4 prevede di effettuare la verifica di funzionamento delle lampade di emergenza ogni sei mesi, e la verifica generale e dell’autonomia ogni anno. Il mantenimento del loro buon funzionamento implica le verifiche di manutenzione periodica.
MANUTENZIONE ESTINTORI ANTINCENDIO
La manutenzione periodica degli estintori è regolata dalla legge, che stabilisce in primis cinque fasi di verifica estintori: controllo iniziale, sorveglianza, controllo periodico, revisione programmata e collaudo. La normativa sugli estintori definisce innanzitutto la necessità di specificare i seguenti ruoli:
La manutenzione degli estintori deve essere effettuata ogni 6 mesi (massimo), nello specifico il controllo periodico, e comunque entro la fine del mese di competenza. Il controllo periodico è finalizzato a garantire l’efficienza degli estintori portatili o carrellati.
La frequenza con cui eseguire le operazioni previste per la fase di revisione sono:
36 mesi per gli estintori a polvere;
24 mesi per gli estintori ad acqua o schiuma con serbatoio in acciaio al carbonio plastificato;
48 mesi per gli estintori ad acqua o schiuma con serbatoio in acciaio inox;
60 mesi per quelli ad anidride carbonica;
72 per quelli ad idrocarburi alogenati.
l controllo degli estintori è una pratica di manutenzione da operare almeno una volta ogni sei mesi, la sua periodicità è imposta per legge e deve essere eseguita da personale esperto certificato per valutare al meglio le funzionalità di uno strumento di protezione antincendio così importante.
MANUTENZIONE VALVOLE SPRINKLER E IMPIANTO SPRINKLER ANTINCENDIO
I sistemi automatici sprinkler hanno lo scopo di rilevare la presenza di un incendio ed estinguerlo nella fase iniziale con acqua, e, nel caso in cui ciò fallisse, tenere sotto controllo le fiamme in modo da completare l’estinzione con altri mezzi. L’impianto Sprinkler antincendio è composto da una rete di distribuzione costituita da tubazioni, raccorderia e valvole idonee alla posa del sistema. È adottato in spazi molto ampi a livello di superficie e in luoghi con grossa produzione di materiale (plastica, carta) o con grande stoccaggio di materiale (centri commerciali). L’utente incaricato della verifica dell’impianto dovrà, settimanalmente e mensilmente, provvedere alla verifica dello stato dell’impianto e provare il corretto funzionamento della campana idraulica, come indicato dalla norma UNI EN 12845 (“Installazioni fisse antincendio – Sistemi automatici a sprinkler – Progettazione, installazione e manutenzione”). Tutte le valvole d’allarme, infatti, hanno l’importante compito di avvisare dell’incendio in corso ai fini di localizzarlo e attuare il più velocemente possibile tutti gli interventi per mettere in sicurezza le persone e spegnere le fiamme. Per la manutenzione di tale impianto, oltre ai controlli eseguiti dall’utente ogni settimana e una volta al mese, sono previsti per legge dei controlli periodici che vengono effettuati dall’installatore o da un’azienda qualificata. La frequenza delle manutenzioni e le rispettive attività manutentive da svolgere sono:
MANUTENZIONE SISTEMI FILTRI FUMO LOCALI
La manutenzione dei filtri fumo è un processo essenziale per garantire il corretto funzionamento e la conformità normativa degli impianti antincendio.
Gli impianti di sovrappressione, quali impianti di protezione attiva contro l’incendio, sono soggetti obbligatoriamente a manutenzione periodica con frequenza almeno semestrale, così come previsto dal D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. e dal D.M. 10 marzo 1998, in maniera del tutto analoga ai dispositivi e presidi antincendio generalmente intesi (estintori, idranti, sprinkler, porte tagliafuoco, impianti rilevazione e segnalazione incendio, etc.).
Durante la manutenzione un tecnico specializzato si reca presso l’impianto e procede con una serie di controlli e verifiche. Dopo aver eseguito una verifica visiva per assicurarsi che tutte le componenti siano in buono stato e non presentino anomalie macroscopiche, l’attività di manutenzione procede con la pulizia delle componenti dell’impianto da eventuale polvere, sporco e detriti che possono essersi accumulati nel tempo. Dopodiché, il tecnico svolgerà il test dell’impianto e del corretto funzionamento di tutte le parti, come la ventola di aspirazione e il quadro di comando.
La pressurizzazione in chiave antincendio risulta quindi fondamentale, poiché il locale del filtro, se opportunamente mantenuto in sovrappressione, impedisce al fumo di invadere il vano scale o, più in generale, le vie di fuga.
In un impianto filtro fumi, la manutenzione periodica è di estrema importanza per garantire la perfetta efficienza dell’impianto preservando la sicurezza degli utenti.
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